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L’AGORAFOBIA (Part 1)

Salve a tutti,

dopo una breve pausa per le festività natalizie eccomi di nuovo qui a parlarvi di disturbi d’ansia. Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati, oggi vi introduco l’agorafobia.

ll termine agorafobia deriva dalla parola greca “agorà“, piazza e “fobia“, paura. Agorafobia significa quindi la paura degli spazi aperti e/o affollati e di solito include situazioni come uscire da soli o stare in luoghi affollati.

L’agorafobia è quindi un disturbo d’ansia definito da un’intensa paura di situazioni o luoghi aperti ed affollati, che porta le persone a sentirsi intrappolati, impotenti, spaventati o a provare vergogna. Perché accade questo? Perché gli agorafobici temono di stare male in situazioni o luoghi in cui non potrebbero essere soccorsi o da cui non potrebbero fuggire se si dovessero sviluppare dei sintomi. Sono convinti che chiedere aiuto sarebbe imbarazzante e possono avere il timore del giudizio degli altri in relazione allo stare male in pubblico. Di conseguenza possono attivare meccanismi di evitamento delle situazioni ansiogene al fine di escludere la possibilità dell’insorgenza del panico. Tali comportamenti possono limitare notevolmente la qualità della vita. È possibile che diventino così estremi da far sì che chi ne soffre sia costretto a rimanere a casa per la paura.

Secondo il DSM-5-TR la diagnosi di agorafobia si basa sui seguenti criteri clinici =

i pazienti devono avere una marcata e persistente (≥ 6 mesi) paura o ansia per 2 o più delle seguenti situazioni:

  • Usare i mezzi pubblici (p. es. treni, autobus, aerei)
  • Trovarsi in spazi aperti (p. es., parcheggio, mercato, ponte)
  • Trovarsi in un luogo chiuso di limitate dimensioni (p. es., negozi, teatro, ascensore)
  • Fare la fila o trovarsi in mezzo alla folla
  • Trovarsi soli fuori casa

La paura deve coinvolgere pensieri come una possibile difficoltà nella fuga o che i pazienti non ricevano aiuto in caso fossero resi inabili dalla paura o da un attacco di panico.

In aggiunta, tutti i seguenti criteri devono essere presenti:

  1. Le stesse situazioni innescano quasi sempre paura o ansia.
  2. I pazienti evitano attivamente la situazione e/o richiedono la presenza di un compagno.
  3. La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto alla minaccia reale.
  4. La paura, l’ansia, e/o l’elusione causano disagio significativo o compromettono significativamente il funzionamento sociale o lavorativo.
  5. Se è presente un’altra condizione medica, la paura, l’ansia e/o l’evitamento sono chiaramente eccessivi.

Per oggi mi fermo qui ma vi parlerò ancora dell’agorafobia nel mio prossimo video. A presto quindi e restate connessi!!!

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