Constatando giornalmente nel mio lavoro che le informazioni sulla professione di psicologo sono ancora poche e confuse, vorrei dare qualche informazione su chi sono e cosa faccio, sperando di fare un po’ di chiarezza.
Qualche tempo fa mi è stata inviata questa simpatica immagine sui pregiudizi sullo psicologo. L’ho trovata molto divertente, ma dopo essermi fatta una piccola risata, mi è venuto in mente quel vecchio gioco che si fa con le figurine: “celo, celo, manca, doppia….”. Conoscete questo gioco?! Insomma mi sono ritrovata a riflettere su quali e quanti di questi pregiudizi avessi incontrato da quando ho intrapreso la professione di psicologa. Ahimè “celo tutte e qualcuna pure doppia e tripla”!!!
Purtroppo non solo nella pratica clinica con i pazienti ma anche nella mia vita quotidiana, con parenti, amici e conoscenti, mi scontro con questi pregiudizi, dovuti principalmente alla scarsa informazione. Spesso capita tra colleghi di lamentarsi di questo aspetto ma da qualche tempo, nella nostra categoria, sta prevalendo l’esigenza di farci conoscere e comprendere meglio dal grande pubblico. Ormai è da qualche anno che questa esigenza si è sviluppata anche in me e faccio quel che posso per divulgare informazioni sul ruolo e la funzione dello psicologo.
Nelle persone con cui parlo spesso noto un misto tra la curiosità di conoscere un ambito pressoché ignoto e il timore di essere giudicati o analizzati da me solo perché mi rivolgono qualche domanda. Oppure sono titubanti nel pormi delle domande perché credono che io non possa parlare di quello che faccio. Non è così in realtà. In prima battuta di solito rispondo: “Sta tranquillo che non passo 24 ore al giorno ad analizzare chiunque incontro, sarebbe estenuante, e poi non siamo nel mio studio e non sei un mio paziente”. Poi mi capita di spiegare che sono vincolata al segreto professionale per tutto quello che riguarda i miei pazienti e il loro percorso terapeutico, ma per quanto riguarda la prassi lavorativa in generale, le teorie e gli approcci psicologici a cui faccio riferimento, le tecniche o i disturbi che tratto, su tutto questo ho ampia possibilità di discussione.
Amici e parenti oramai sanno che se mi fanno qualche domanda sono ben contenta di spiegare in cosa consiste il mio lavoro e come lo svolgo. Se mi danno corda, potrei parlare per ore del mio lavoro perché mi piace quello che faccio. Lo faccio ogni volta che me lo chiedono e con piacere.
I miei pazienti invece lo apprendono alla prima seduta. Dopo aver ascoltato i loro problemi e le loro richieste, dedico molto tempo per spiegare chi sono e quale è il mio metodo di lavoro. Lascio anche ampio spazio a qualsiasi domanda vogliano pormi perché credo sia utile che le persone sappiano a cosa vanno incontro e possano scegliere in tutta libertà e con consapevolezza.
E qui, su questa pagina come posso divulgare questo tipo di informazioni? Ho pensato che potrebbe essere simpatico partire dall’immagine di cui sopra e mettere in discussione ognuno dei 10 pregiudizi. Scriverò una piccola dissertazione alla volta su ogni punto. Il prossimo articolo sarà intitolato “Lo psicologo è per i matti?” e cercherò di spiegare chi è lo psicologo, come si è formato, di cosa si occupa e come. Anche voi potete aiutarmi a trattare questi argomenti, pubblicando i vostri commenti o domande.
A presto allora e restate connessi!