Ciao a tutti,
se avete letto i miei precedenti post sapete che di recente ho ripreso la lettura del libro “Cuore” per riflettere sulla mission educativa del libro stesso (formare i cittadini italiani) e per fare un confronto tra il mondo di allora e quello di oggi.
Prendendo spunto da un passo del libro in cui il padre di Enrico, voce narrante del libro, gli scrive una lettera per commentare il suo comportamento per strada, vorrei parlare di educazione civica.
Partiamo da alcune frasi del testo: “Bada meglio a come cammini per la strada. Anche lì ci sono dei doveri. Se misuri i tuoi passi e i tuoi gesti in una casa privata perché non dovresti fare lo stesso per strada, che è la casa di tutti?…..Rispetta la strada. L’educazione di un popolo si giudica innanzitutto dal contegno ch’egli tien per la strada”. Questo passaggio è anche pieno zeppo di esempi di comportamento da tenere per strada.
Queste parole sono un chiaro esempio di educazione civica, insegnata attraverso chiari e semplici esempi di regole di comportamento, in questo caso relative al muoversi per strada. Questo è il modo con cui l’autore ha scelto di trasmettere delle regole di comportamento, attraverso degli esempi di comportamento da tenere, indicando con un linguaggio semplice e chiaro cosa è giusto e cosa no, invitando il lettore a seguire il comportamento più corretto. A fine ‘800 questo libro diventa un veicolo per l’apprendimento di un codice di comportamento per formare dei cittadini italiani che sappiano convivere in modo civile.
Oggi chi si occupa della formazione dei cittadini italiani da un punto di vista educativo? Sicuramente come allora i due pilastri dell’educazione in Italia sono la famiglia e la scuola. Non solo, da molti anni a scuola è stata istituita l’ora di educazione civica, che ancora di più e ancora meglio dovrebbe svolgere questa funzione.
Come al solito a questo punto mi sorge una domanda spontanea: “Con tutte le conoscenze, i mezzi, le possibilità del giorno d’oggi, i cittadini italiani sono più educati e più civili di quelli del passato o non è cambiato nulla? O forse, addirittura le cose sono peggiorate?”
Io non sono in grado di rispondere a queste domande, mi mancano le informazioni necessarie e poi i tempi sono così diversi che fare dei paragoni risulta molto complicato. Per esempio oggi i media ci permettono di avere molte informazioni immediate sui eventuali crimini e reati accaduti nel nostro paese, ma la maggiore disponibilità di notizie non è necessariamente indicativa di una maggiore diffusione di comportamenti scorretti tra i cittadini italiani. Non voglio comunque trascinarvi in una discussione sui massimi sistemi, vorrei riportare questa mia riflessione ad un livello più semplice e pratico.
Riflettiamo solo sul nostro comportamento, interroghiamoci su che tipo di cittadini siamo, ammettiamo a noi stessi se siamo o meno ligi alle regole, valutiamo se possiamo essere o meno un esempio di comportamento per gli altri. Forse scopriremo che a volte non lo siamo, che a volte inciampiamo e commettiamo errori, che a volte agiamo d’impulso e non riflettiamo sulle nostre azioni.
È importante che pensiamo al nostro comportamento prima di ogni altra cosa, soprattutto se vogliamo essere un modello per le nuove generazioni. Ricordiamoci che bambini e ragazzi ci osservano e imparano da noi. Stiamo attenti quindi all’esempio che diamo se non vogliamo che poi riproducano comportamenti scorretti. Ricordiamo le parole del passo che ho citato in apertura. Cominciamo a misurare i nostri passi e gesti dentro casa per poi estenderli anche fuori.
Nel mio prossimo articolo, per restare in tema, vi parlerò di modeling. Per oggi mi fermo qui, sperando di avervi coinvolto nelle mie riflessioni e avervi dato qualche spunto e come sempre vi raccomando….restate connessi!