Ma funziona davvero così? Davvero riusciamo a cavarcela da soli quando abbiamo un problema psicologico? In questo articolo proverò a sviscerare il secondo pregiudizio in elenco analizzando pro e contro del tentativo di risolvere un problema di questa natura da soli.
E’ sicuramente vero che ognuno di noi è cresciuto con l’insegnamento che nella vita bisogna imparare a risolvere i problemi da soli, con le proprie capacità, con i propri mezzi. Ma è altrettanto vero che dove non siamo in grado di far da soli possiamo chiedere aiuto a chi ci sta vicino o a chi è più esperto di noi. Facciamo degli esempi: se al lavoro il tuo capo ti dice che devi imparare ad usare un nuovo programma del pc, tu magari provi a fare l’autodidatta consultando il manuale ma se alla fine non ci riesci, magari chiedi aiuto ad un tuo collega oppure segui un corso per imparare ad usare quel nuovo sistema; se per caso ti senti poco bene puoi provare a curarti da solo dando fondo a tutte le medicine che hai in casa o chiedendo alla mamma qualche rimedio magico ma se il malessere continua poi vai dal medico. E per aggiungere un dettaglio…… “Di solito non aspetti mesi o anni per andare dal medico, vero?” Quindi nella realtà dei fatti noi cerchiamo di risolvere i nostri problemi autonomamente fin dove riusciamo, oltre, giustamente, chiediamo aiuto.
Secondo voi succede così anche quando il problema è di natura psicologica? Voi come vi comportate in questi casi? Posso dirvi che per la mia esperienza, le cose non vanno allo stesso modo per diversi motivi.
- A volte le persone non si rendono conto di aver a che fare con un problema di natura psicologica, ma credono si tratti magari di una malattia (come ad esempio una persona ansiosa che pensa di avere un attacco cardiaco) o di un problema pratico (come decidere se lasciare il vecchio lavoro per uno nuovo o restare).
- A volte le persone non sanno riconoscere in tempo segni e sintomi dell’esordio di un problema psicologico e se ne rendono conto solo quando il disturbo è diventato grave e molto invalidante per la loro vita.
- A volte le persone credono che ci si rivolge allo psicologo solo per curare patologie gravi e non sanno che invece lo psicologo può semplicemente aiutare per piccoli problemi quotidiani o promuovere il benessere personale. Per capire meglio potete rileggere l’articolo sul pregiudizio n.1.
Ma l’argomentazione più bella di tutte che di solito sento dire è: “il tempo risolve ogni cosa!” Non ho mai sentito una c…ata più grande di questa. Chi ci crede veramente dovrebbe spiegarmi come fa il tempo a risolvere i problemi e dirmi perché con me non l’ha mai fatto??? Gli sto forse antipatica?! Sempre nella mia piccola esperienza quello che vedo è che più passa il tempo e più le cose si complicano e spero di dimostrarvi perché succede questo. Quando le persone hanno un problema psicologico di solito tentano delle soluzioni fai da te oppure cercano di accantonare il problema nella speranza che magicamente col tempo sparisca da solo. Che sia chiaro, non giudico assolutamente le scelte delle persone anzi cerco di capirle, tanto è vero che indago a fondo tutto ciò che hanno tentato di fare per risolvere il loro problema. Credo che a molti manchino le conoscenze sufficienti per affrontare un problema di natura psicologica e che non si rendano conto che le soluzioni che adottano peggiorino il problema invece che risolverlo. Vi ricordate l’assunto base della psicoterapia cognitivo comportamentale? I problemi emotivi e comportamentali sono in gran parte il prodotto di credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo, nonostante la sofferenza che provocano al paziente. In sostanza un certo modo di pensare e di agire può influire negativamente sullo stato emotivo ma nonostante questo non si è capaci di cambiarlo. Il passare del tempo non aiuta perché pensieri ed azioni restano le stesse. Col tempo aumenta solo la sofferenza perché si resta impigliati in un circolo vizioso da cui non si trova modo di uscire.
Faccio un esempio per chiarire meglio questo concetto. Una persona in un momento di stress potrebbe percepire un po’ di tachicardia. Se la persona pensa di avere un infarto, si preoccuperà ancora di più e i sintomi peggioreranno. Se dopo i dovuti controlli medici, tutti negativi, continua a credere che ogni volta che il suo cuore accelera potrebbe avere un infarto, col tempo starà sempre peggio perché la sua preoccupazione non cambierà. Se poi la stessa persona decide di non fare più il suo sport preferito, di non impegnarsi in attività troppo faticose o addirittura di non uscire più di casa per paura di avere un infarto, il suo problema peggiorerà sempre di più.
Con queste mie parole spero quindi che riconsidererete la funzione dello psicologo, che può essere di aiuto anche per piccoli problemi, per migliorare la nostra vita o anche solo per capire come funziona la nostra mente. Vi lascio con questo spunto di riflessione e ci risentiamo per parlare di un altro pregiudizio.