In questo post vi parlerò di un argomento di cui gli psicologi si occupano in ambito scolastico già da alcuni anni: l’educazione all’affettività e sessualità con i suoi pro e i suoi contro.
Nel precedente post vi ho parlato dei possibili interventi che lo psicologo potrebbe svolgere in ambito scolastico. Uno degli argomenti di cui la psicologia scolastica si occupa già da tempo è l’educazione all’affettività e sessualità. Questo argomento purtroppo però viene solitamente trattato in modo limitato e sporadico, non solo per colpa delle scarse risorse finanziarie della scuola, ma a causa di alcuni pregiudizi che ancora persistono negli adulti intorno a questo tema come ad esempio: “ai bambini non serve che si tratti questo argomento a scuola” oppure “la sessualità è un processo naturale e quindi non serve spiegarlo”.
Mi sembra una visione un po’ miope se ricordate alcuni dati di ricerca sul tema “Giovani e sessualità” che vi avevo riportato qualche tempo fa. Giusto per rispolverare la memoria ne ricordo qualcuno:
- L’età media in cui i giovani vivono le prime esperienze sessuali si è abbassata;
- I giovani dimostrano di avere scarse conoscenze circa la sessualità;
- Le informazioni che i giovani hanno sulla sessualità le ricavano principalmente da internet.
Riflettendo su questo ultimo punto bisogna tener presente che i minori hanno facile accesso ai dispositivi elettronici con tutti i loro contenuti, tra cui messaggi pornografici e pornosoft subliminali e non come quelli che sono presenti in molti videogiochi, ma hanno scarse competenze nel loro utilizzo. L’accesso libero e smodato alla rete comporta alcuni rischi tra qui quello di poter interagire con dei pedofili.
Credo possiate capire da voi quanto diventa importante la figura professionale dello psicologo nel trattare questo argomento. Ovviamente questo tipo d’intervento non dovrebbe essere limitato ad una discussione sulla dimensione biologica della sessualità o una semplice descrizione dell’apparato genitale. L’affettività e la sessualità comprendono molteplici dimensioni e tutte concorrono allo sviluppo dell’identità dei ragazzi. Pertanto gli psicologi che si occupano di affettività e sessualità a scuola solitamente toccano tutte le dimensioni:
- Biologica;
- Relazionale/affettiva (il rapporto con l’altro);
- Psicologica (bisogni, desideri, scopi, emozioni, pensieri ……. personali);
- Ludica (ricerca del piacere, curiosità al posto di trasgressione);
- Valoriale (dare un senso e un significato ad ogni azione e saper valutare cosa è bene e cosa no per sé stessi secondo il proprio sistema di valori);
- Culturale (al giorno d’oggi ci si confronta con l’esposizione mediatica e sdoganamento della sfera privata).
Sebbene tutti questi argomenti vengano trattati nei progetti scolastici purtroppo, come vi avevo anticipato, il tempo che lo psicologo ha per farlo è molto limitato.
Per questo motivo sarebbe auspicabile, in questo tipo d’interventi ma anche per altri argomenti, seguire delle linee guida:
- Fare in modo che i progetti siano a lunga scadenza e liberi dall’ossessione di risultati miracolosi in tempi brevi, in fondo parliamo di temi che i giovani riescono ad elaborare nel corso del tempo;
- Cercare di integrare tutte le conoscenze e le esperienze di tutte le parti (psicologi, insegnanti, alunni genitori);
- Tener sempre presente la realtà che i giovani stanno vivendo e i loro reali bisogni, dar loro la possibilità di esprimerli senza il dubbio di essere giudicati;
- Concentrarsi più sulle persone e le loro esigenze che sul progetto in sé stesso.
Spero che un giorno si possa arrivare a questo risultato e rinnovo la mia convinzione che lo psicologo scolastico dovrebbe essere una figura professionale fissa e stabile all’interno della scuola per seguire questo tipo di progetti e per tanti altri motivi. Voi che ne pensate?
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